Riportiamo da "I Fatti del Nuovo Molise"
La notizia ha fatto il giro della provincia dopo il blitz della
Forestale e mette addirittura a rischio la tenuta della giunta di
Pesche. Ieri mattina dieci agenti del Corpo Forestale, guidati da
Domenico De Vincenzi, hanno sigillato lo scarico di piena dell’impianto
di depurazione che serve la zona bassa di Pesche e la zona industriale
di Carpinone. Il provvedimento è stato
disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di
Isernia Roberta D’Onofrio e lascia privi di scarico fognario i comuni di
Carpinone, Pesche e Pettoranello. A tal proposito il sindaco di Pesche,
Ido De Vincenzi, ha scritto ai vertici regionali e al ministro della
Sanità Renato Balduzzi per denunciare le conseguenze del provvedimento
che comporterà “un danno grave ed irreparabile per la salute pubblica e
privata oltre che un deterioramento irrimediabile sotto l’aspetto
ambientale”. Oltre al “deterioramento degli impianti fognari” per il
cosiddetto rischio di ‘rigurgito’, ovvero la possibilità che gli
scarichi fognari tornino indietro nelle abitazioni, e a “spese
insostenibili, considerando le irrisorie disponibilità finanziarie dei
Comuni”. De Vincenzi chiude la nota: “Se il caso lo richiederà, il
sottoscritto sarà anche pronto a restituire la fascia tricolore”. Nel
dicembre 2010, Emilio Izzo della Uilbac e Tiziano Di Clemente del Pcl,
in una conferenza stampa, annunciarono la presentazione di un esposto
alle Procure della Repubblica e della Corte dei Conti. Con i quale
volevano conoscere la qualità e la provenienza dei rifiuti accolti nel
depuratore. Se ci fossero al suo interno sostanze tossiche non smaltite.
E chi abbia beneficiato del “volume d’affari generato dall’impianto”.
Che l’indagine del pm Federico Scioli parta proprio da lì?