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10 dicembre 2004

Clementino Maitino

L’aquilotto di Carpinone

A cura di Silvano Tamasi

foto4 Clementino Maitino (secondo da sinistra) in una sua recente visita in Italia insieme al Segretario Generale  della  CGIE (Confederazione Generale  Italiani all'Estero), Franco Narducci e ad alcuni suoi amici di Carpinone.
E' nato a Carpinone, sposato con Antonina Oddo, ha tre figli ed altrettanti nipoti. Vive in Argentina dove con grande capacità, intelligenza e spirito di impresa ha sviluppato un’interessante attività industriale e commerciale a Buenos Ayres ed impiantato una moderna azienda turistico-alberghiera a Cordoba. foto1
Clementino compì una grande impresa nel 1958, una trasvolata oceanica, conosciuta a quel tempo da pochi amici di Carpinone piuttosto increduli perché ci fu un’inspiegabile reticenza a raccontarla da parte del protagonista e, pertanto, rimasta nascosta ai più sotto la coltre di un tempo durato 44 anni. Fino a quando Silvano Tamasi da quel lontano 1958 incontra Clementino a Carpinone  nel 2002 e, complice la moglie Nina, dal vissuto della sua memoria  riesce a far riaffiorare i ricordi di quell’incredibile” storia”  scritta postuma in un emozionante resoconto che, tale è l’avvincente immediatezza, sembra un vero e proprio diario di bordo. 
Emigrato in Argentina con la famiglia, iscritto alla scuola di Aviazione Civile, si ritrovò ad intraprendere quella traversata con Gabriel Brilli, 40 anni, milanese di 40 anni e proprietario di una fabbrica a Lujan. Con un Ercules bimotore, 4 posti, 105 cavalli.
foto5 Partiti dall'aeroporto di Buenos Aires a mezzogiorno del 3 agosto 1958, raggiunsero la patria d'origine, l'Italia, supportati da ingegneri della Sakoda, che dotarono il velivolo di un serbatoio supplementare di 600 litri, installato nello spazio tra i due sedili posteriori, di un serbatoio di olio, una bussola a pavimento e un radiogoniometro.
Prima tappa, Santos, in Brasile, e poi San Paolo, Baja do Brasil, Arrecife, l'aeroporto militare di Natal da dove iniziava il volo sull'Atlantico, partendo dall'isola Fernando de Noronha, che avrebbe permesso un risparmio di 400 km fino a Dakar, nel continente africano.
"Ma voi siete pazzi! Siete pazzi", li accolse un pilota delle Aerolineas Argentinas, chiamato con urgenza dalla torre di controllo. In un turbinio di avventure, ecco il decollo verso Casablanca, atterraggio nell'aeroporto Villa Sisnero,foto2 Melilla, in Marocco. Si decolla per l’Algeria dove la situazione politica non è delle più tranquille (i patrioti algerini si battono contro i francesi in una sanguinosa guerra di liberazione), sono qui arrestati, perquisiti e tenuti prigionieri per qualche ora. Raggiungono, costeggiando la Sardegna e la Corsica, l'Italia. Finalmente! 
Un'emozione intensa li rapì entrambi alla vista degli Appennini, mentre la radio trasmetteva "Volare" di Modugno. All'aeroporto Malpensa di Milano, a Ferragosto del 1958, c'era una piccola folla ad attenderli.
foto3 Maitino aveva 21 anni: venne a Carpinone a salutare i parenti e poi ripartì per Buenos Aires. Brilli smontò l'aereo, lo mise su una nave e lo portò in Argentina.