Ora non c'è proprio nulla più da fare, la ventilata soppressione della linea Sulmona-Carpinone diventerà definitiva la prossima settimana. Cosa, questa, che prelude alla prossima chiusura della stazione di Carpinone che per tante generazioni ha rappresentato un "mito", un simbolo del paese insieme al nostro castello.
L'ultimo segnale di partenza per i convogli della linea che unisce Valle
Peligna, Alto Sangro e Molise, sarà dato il prossimo 12 dicembre. Due
giorni prima, sabato 10 dicembre, si celebrerà però il commiato, triste
preludio all'ultima giornata di vita di una tra le più antiche linee
ferroviarie, inaugurata nel 1897.
A promuovere la giornata d'addio è
l'associazione molisana «Le rotaie». Tutti, dai cittadini ai sindaci dei
comuni abruzzesi e molisani attraversati dalla ferrovia che scompare,
sono invitati a salire sul treno che correrà lungo i binari del suo
ultimo viaggio. Al congedo sarà invitato anche l'assessore regionale ai
Trasporti, Giandonato Morra, con il suo collega molisano, Luigi Velardi.
L'appuntamento è alle 16, nella stazione ferroviaria di Sulmona. Giunge
così ad epilogo il lungo travaglio della linea Sulmona-Carpinone.
Fu
dagli anni Ottanta che si cominciò a ventilare la soppressione della
linea che per la bellezza dei paesaggi attraversati è chiamata la
Transiberiana d'Italia. Ma da quel momento il nome di Transiberiana mutò
in quello di "ramo secco", facendo torto ad una linea che aveva le
potenzialità per incentivare il turismo tra Valle Peligna ed Alto
Sangro. Non è un caso che proprio di recente, a fine ottobre, un folto
gruppo di turisti tedeschi ha viaggiato sul treno Sulmona-Carpinone
restando conquistato dal fascino dei paesaggi ammirati, da Campo di
Giove a Palena, da Rivisondoli e Pescocostanzo, stazione più alta della
rete ferroviaria italiana, dopo quella del Brennero, per toccare
Roccaraso, le località di maggiore attrazione turistica dell'Italia
centromeridionale. Ma senza alcuno sforzo concreto compiuto per
rivitalizzare rami forse fragili ma non proprio secchi è stata emessa
sentenza. Così la Regione, fin dall'anno scorso, ha deciso di non pagare
più per treni che trasportano in media solo una quarantina di
viaggiatori. Mentre nell'autunno dei trasporti nel Centro Abruzzo anche
ieri sono proseguite le proteste per i disagi dei pendolari dell'Arpa e
anche il capogruppo regionale di Fli, Berardo Rabbuffo, ha presentato
un'interrogazione.